BE HELP-IS: I RISULTATI DEL QUESTIONARIO DI RILEVAMENTO DEL FABBISOGNO FORMATIVO

 “Per migliorare gli interventi di aiuto alla donna vittima di violenza di genere, quali tematiche bisognerebbe approfondire per promuovere un percorso rispondente ai bisogni formativi degli operatori che si occupano di tale problematica?“.

Questa la domanda posta ai referenti dei servizi che a diverso titolo si occupano del superamento della condizione di violenza della donna. Gli ambiti interessati dalla rilevazione, tramite questionario, delle esperienze e del fabbisogno formativo degli operatori sociali, previsto nella prima parte del progetto BE HELP-IS, sono l’A02 e l’A04 della provincia di Avellino. Gli obiettivi: strutturare un programma formativo mirato per gli operatori e realizzare una Guida dei servizi per le donne, implementando la rete interistituzionale che opera in tale ambito, attraverso prassi da condividere.

L’indagine, curata dalla sociologa della Cooperativa sociale LA GOCCIA di Avellino, Alessandra Pagnotta, ha riguardato operatori di servizi sia pubblici che privati che sostengono la donna vittima di violenza, ai quali è stato somministrato un questionario suddiviso in 3 parti: una sezione descrittiva del servizio, una di rilevamento di progetti e buone prassi e un’ultima sezione di rilevamento del fabbisogno formativo.

23 i servizi censiti, quelli più significativi sul territorio degli ambiti di riferimento. Tra questi, 10 servizi sociali professionali, 8 centri di ascolto caritas/parrocchiali, 3 centri antiviolenza, una casa rifugio e un consultorio familiare. E 27 i referenti di tali servizi che hanno risposto al questionario, in particolare: 13 assistenti sociali, 4 responsabili, 3 coordinatori, 3 operatori, 2 psicologi-psicoterapeuti, un avvocato e un sociologo. Dei 27 operatori, 20 hanno dichiarato di occuparsi di situazioni di violenza, altri 6 hanno dato risposta negativa, sostenendo comunque di essere a conoscenza di situazioni di disagio attraverso informazioni indirette. Un solo operatore ha risposto di non occuparsene.

Al termine del rilevamento del fabbisogno formativo, l’ultima delle tre sezioni del questionario, è risultato che il percorso di formazione per gli operatori, che durerà 60 ore, dovrà riguardare in particolare tematiche relative a metodologie di intervento, all’aumento della capacità di lettura dei segnali di violenza su donne e minori, ai riferimenti legislativi e alle procedure. Oltre che al lavoro in rete, alla violenza assistita e al lavoro di aiuto con l’uomo autore della violenza. L’attenzione sarà rivolta anche ad aumentare la capacità di ascolto della donna e alla gestione emozionale dell’utenza.