Progetto NON VEDO, NON SENTO, NON PARLO
L’EMDR è un cammino che permette di guardare al passato senza più restarne prigionieri.
È come attraversare un ponte interiore: i ricordi dolorosi non scompaiono, ma perdono il loro peso e smettono di ferire.
Con il ritmo lieve di un’onda che va e viene, la mente ritrova il suo equilibrio naturale, trasformando le ferite in segni di forza e il dolore in nuova consapevolezza.
Il trauma è un evento o l'insieme di eventi che causano paura e dolori intensi e che infrangono il senso di sicurezza stabilità e prevedibilità.
Gli eventi potenzialmente traumatici sono vari:
Nel momento in cui i bambini vivono esperienze che generano paura, se non possono contare sull'aiuto di un adulto che sia in grado di dare significato a questi eventi e che possa regolare gli stati interni del bambino e calmare la sua paura, saranno esposti a stress.
L’EMDR può essere utilizzato con successo con i bambini, garantendo loro la possibilità di uno sviluppo sano così come dimostrato da numerosi studi. Il cervello dei bambini è plasmabile e così come il trauma nealtera lo sviluppo neurofisiologico così il trattamento con EMDR riorganizza la mente attraverso la rielaborazione dei ricordi traumatici.
A volte i bambini non hanno ricordi di esperienze negative ma tali esperienze restano nella memoria contribuendo allo sviluppo di traumi e difficoltà a medio lungo termine.
Nozione introdotta da Felitti per indicare quell’insieme di situazioni vissuti nell’infanzia che si possono definire come “incidenti di percorso” negativi rispetto all’ideale percorso evolutivo.
Esse comprendono tutte le forme di abuso all'infanzia subito in forma diretta, come abuso sessuale, maltrattamento psicologico, fisico, trascuratezza; e le condizioni subite in forma indiretta che rendono l’ambito familiare impredicibile e malsicuro, come per esempio alcolismo e tossicodipendenza dei genitori, malattia psichiatrica e soprattutto violenza assistita, cioè il coinvolgimento del minore, attivo e/o passivo, in atti di violenza compiuti su figure di riferimento per lui affettivamente significative.
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